Il successo? Inizia dal liceo, sui libri di Greco e Latino
Se chiedi in giro quale sia la scuola superiore che meglio prepara alla vita, la maggioranza risponde senza esitare: il liceo! Il giudizio sugli istituti tecnici è in genere negativo perché – secondo molti – non fornirebbe un’adeguata preparazione per affrontare il mondo del lavoro. In realtà, così come una laurea in medicina non rende capaci di operare un’appendicite, se prima non fai un lungo tirocinio e tantissima pratica, allo stesso modo un diplomato in ragioneria o un geometra non sono in grado di tenere la contabilità di un’azienda né di costruire un appartamento antisismico. Certo, va pure detto che i piani di studio delle varie scuole superiori sono cambiati nel tempo.
Negli Anni Cinquanta un diplomato aveva una cultura generale e settoriale paragonabile a quella di uno studente con una laurea triennale di oggi. Nel 2010, poi, è stata varata una nuova riforma della scuola, tanto che licei e tecnici sono stati rivoluzionati e in molti aspetti risultano essere simili. Resta il fatto, comunque, che comprendere il significato di una parola, un concetto, un percorso se hai studiato latino e greco è possibile ricostruendo l’etimologia. Se, invece, uno si affida interamente a Google e a Wikipedia per scoprire cosa significa – ad esempio – epicentro o situazione edipica non risolta, sono molte e pericolose le possibilità che si convinca di emerite castronerie, considerandole Vangelo. Inoltre, accade sempre più spesso che gli italiani – laureati e non – abbiano una conoscenza della lingua italiana paragonabile a quella di Totò che detta la famosa lettera a Peppino. Teoricamente, la lingua e la grammatica italiane si dovrebbero studiare allo tesso modo sia negli istituti tecnici e professionali che nei licei. Di fatto, accade che gli uni e altri si lascino sedurre dalle potenzialità offerte dalla rivoluzione digitale, trascurando pericolosamente la propria cultura e le radici identitarie, che con la lingua costituiscono un corpo unico e indivisibile. Malgrado queste defaillances, tuttavia, i numeri di una recente ricerca di Almalaurea raccontano una realtà assai interessante, che merita di essere approfondita.
I ragazzi che hanno studiato al Liceo Classico conquistano punteggi più alti dei colleghi provenienti dagli istituti tecnici e professionali. Mentre, quasi la metà degli ex liceali si iscrive all’università spinto da interessi culturali. Pare essere destituita di ogni fondamenta anche il luogo comune, peraltro molto frequentato, che il liceo classico non garantisca adeguate prospettive di lavoro. La licenza liceale ha generato almeno due se non tre generazioni di professionisti di alto livello. Ricordiamo Fabiola Gianotti, direttrice del Cern di Ginevra, il regista Gabriele Salvatores.
La critica poi che vede sfavoriti gli studenti liceali nella conoscenza o nell’apprendimento delle materie matematiche e scientifiche viene smentita a Bologna dagli iscritti a Medicina, i quali battono i colleghi dello scientifico per media di voti d’esame, voto di laurea e regolarità di studi. Lo stesso a Roma, alla Sapienza; e al Politecnico di Milano, dove il rettore, Giovanni Azzone, ha elogiato gli ottimi risultati dei diplomati classici. Eppure la domanda se sia o no migliore la preparazione assicurata dai licei rispetto a quella proposta dagli istituti tecnici, anche dopo la riforma del 2010, ritorna ciclicamente e divide gli italiani.
C’è chi è convinto che alleni le capacità di concentrazione e di astrazione, oltre a fornire una buona padronanza della lingua italiana. Secondo alcuni grecisti e latinisti, poi, queste due materie se adeguatamente studiate e apprese aiutano a imparare a ragionare, stimolando processi analitici, sintetici, intuitivi, gnoseologici, che permettono a molti studenti provenienti dal classico di ottenere risultati eccellenti anche in materie distanti dalla classicità.“Io mi sono diplomato ragioniere e non mi sento da meno dei miei amici ex liceali”, dice di sé Piero Angela, giornalista e divulgatore scientifico, laureato Honoris Causa da molte prestigiose università. Certo, va pure detto che la preparazione generale fornita dagli istituti tecnici di 50 anni fa è paragonabile a quella delle lauree triennali odierne.