I Saldi: croce e delizia di ogni donna
Compriamo cose inutili e ne siamo consapevoli. Non c’è una spiegazione razionale alla voglia smaniosa e al desiderio di possedere accessori o capi di abbigliamento del tutto superflui… o forse sì. A riguardo sono stati effettuati numerosi studi, e i dati emersi sono sorprendenti. Si è riflettuto a lungo sul termine inglese “shopaholic”: la traduzione letterale sarebbe “maniaca dello shopping”, ma una vera shopping addicted è di più, molto di più.
Si riconosce perché non è una persona che semplicemente passeggia tra i negozi: il suo passo è più deciso di quello un generale che si accinge ad andare in guerra. Non vuole ammirare le vetrine, perché ha già fatto accuratissime ricerche documentate e, pertanto, sa già cosa sarà in voga ancor prima dell’arrivo della collezione nei negozi. Ecco perché una volta entrata nella boutique da depredare, il suo passo accelera contemporaneamente ai battiti del suo cuore. Si dirige esattamente dove sa di trovare quello che vuole. Code chilometriche, ombrelli per ripararsi dal sole (perché si sa, quando dovrebbe piovere non piove mai), spintoni e sotterfugi per distrarre il potenziale nemico: non è niente rispetto a quello che accadrà all’interno del negozio. Questo il compratore compulsivo lo sa, perciò si allena tutto l’anno ad acquistare. C’è chi decide di partire, di recarsi nelle grandi città per saccheggiarle (nel vero senso della parola!), anche se non sa quello che troverà o non necessita di nulla in particolare, ma lo fa solo perché i saldi ormai sono diventati un rito. Fare shopping è una vera e propria lotta per la sopravvivenza. Ha la meglio chi resiste di più e chi non guarda in faccia a nessuno. Ricordate, infatti, che ogni persona all’interno dello stesso negozio è vista come un potenziale nemico, perché potrebbe comprare proprio quello che state cercando! Ironia a parte, la parola “malata di shopping” in inglese esiste e in italiano non rende in pieno il concetto.
Uno studio del 2011 dell’American Psychiatric Association ha classificato la mania di shopping come disturbo ossessivo compulsivo. Come avrete immaginato, l’80% di chi ne è affetto sono donne, perlopiù nella fascia d’età 30-40, nonostante il disturbo si stia diffondendo anche tra gli uomini. Sorprende, però, che ne siano affette persone con un livello culturale medio- alto. Lo shopping compulsivo non è stato ancora inserito nel Manuale statistico delle malattie mentali ma la ricerca sta andando avanti e sono in netto aumento le terapie di gruppo volte a guarire i “compratori anonimi”. La verità è che oggi si cerca affetto nei luoghi sbagliati. Ci si accontenta proprio perché non si sa cosa si vuole. Il 2016 è stato un anno difficile per i consumi e le statistiche non sono rassicuranti, la crisi del settore non si è arrestata, ma si colgono segnali positivi. Confesercenti è cautamente ottimista: «Potrebbero essere i saldi dell’inversione di tendenza». Considerate le numerose truffe a cui si assiste ogni anno, è bene tenere a mente che lo sconto deve essere espresso in percentuale, accanto al normale prezzo di vendita, mentre è a discrezione del negoziante far provare o cambiare il capo. Inutile negare che si rischia facilmente di cadere nell’errore di fare spese non convenienti, ma è altrettanto vero che molte volte la convenienza c’è e si vede. Per cui… carte di credito in mano e “Carpe diem”!