La Tossina Botulinica come possibile soluzione all’incontinenza
L’incontinenza urinaria è tra le 5 patologie più costose e diffuse al mondo. In Italia ne soffre un numero compreso tra il 20 e il 30% di tutte le donne e tra il 5 e il 10% degli uomini. Una patologia per la quale, nelle sue diverse forme, si prova vergogna e imbarazzo e per questo molto spesso chi ne soffre non va dal medico.
Persino con la convinzione che, in particolare per le donne più avanti con gli anni, in fondo faccia parte degli “acciacchi” dovuti all’età. Insomma, un problema sanitario e sociale di enormi dimensioni che registra molto “sommerso” non diagnosticato e che invece potrebbe essere contrastato in modo significativo. Oggi però sono disponibili dei trattamenti innovativi e relativamente nuovi come quello con la tossina botulinica che ha visto riscontrarsi la piena rimborsabilità da parte del Servizio sanitario nazionale. “La definizione e l’approvazione di un pacchetto ambulatoriale per la terapia con tossina botulinica serve da un lato a garantire la presa in carico del paziente lungo tutto il percorso diagnostico e terapeutico, ma dall’altro a far sì che anche i conti, alla fine, tornino per garantire sostenibilità, qualità ed equità di accesso”, ha spiegato Mauro Cervigni, Segretario scientifico dell’AIUG e Responsabile Centro Medicina e Chirurgia Ricostruttiva Pelvica Femminile del Policlinico Gemelli di Roma. In buona sostanza, la tossina botulinica paralizza la muscolatura; somministrata in piccole dosi riesce quindi a bloccare le contrazioni anomale della vescica che provocano l’incontinenza. Il paziente non dovrà più indossare pannoloni o assumere farmaci; grazie a queste infiltrazioni nel muscolo vescicale di una dose di tossina botulinica la persona gioverà di un risultato positivo e rapido entro al massimo tre settimane e durevole per 6/12 mesi. Un risultato quindi non indifferente per quel 30% di donne italiane che ogni giorno si trova a combattere con un disturbo del quale si vergogna e non sempre riesce a gestire.