Tutto sulla fava: la “carne dei poveri”, ricca di ferro
La fava, o Faba vulgaris, è una pianta della famiglia delle leguminose, è caratterizzata da un colore verde chiaro e composta da un fusto eretto, che può arrivare a misurare anche un metro, da baccelli schiacciati lunghi fino a 30 cm e dai frutti, racchiusi al loro interno. In Italia sono molto amate, specie nel Meridione, dove costituiscono un importante tassello nella tradizione culinaria contadina.
Anticamente, anzi, insieme a ceci e cicerchie, esse erano una grande fonte di energia per i ceti meno agiati, per questo venivano chiamate “la carne dei poveri”. Si possono consumare crude, cotte, condite, come purè o zuppe, oppure farle seccare. Rispetto agli altri legumi, le fave sono molto leggere e facilmente digeribili. Per verificare la freschezza di questo ortaggio basta osservare alcune caratteristiche: in primis, il baccello deve essere turgido e il suo colore piuttosto omogeneo e vivace. Spezzandolo nel centro, poi, il suono deve essere netto come uno schiocco. Per quanto riguarda il consumo, l’ideale sarebbe mangiare i frutti subito dopo averli cacciati dal baccello, per evitare che si ossidino.
Per congelarle, meglio farle prima sbollentare per circa tre minuti. La fava è una pianta annuale. Generalmente la semina avviene tra i mesi di novembre e dicembre e il frutto matura a primavera inoltrata, a maggio e a giugno (sebbene è possibile anche trovarla nei due mesi precedenti). Questo legume necessita di un terreno argilloso e di un clima temperato asciutto. Originaria dell’Asia Minore, la fava si è diffusa poi in tutta Europa, dove è stata coltivata sin dall’antichità a fini alimentari umani e animali.
Ha poi trovato un perfetto habitat nella Murgia, sub regione della Puglia. Come la pianta porta numerosi benefici al terreno, i frutti sono ricchi di proprietà benefiche per l’organismo. Questi legumi, infatti, sono ricchi di proteine, fibre, sali minerali e soprattutto di ferro e sono energizzanti e depurativi. Contengono inoltre L-dopa, un aminoacido che pare aumenti la dopamina nel cervello. Esse sono però proibite a chi soffre di favismo. Le fave, oltre a fare bene, hanno un sapore inconfondibile e sono ottime sia crude che cotte. Ognuno può scegliere la versione che preferisce. Una cosa è certa: hanno il sapore della primavera! Spesso, infatti, ci fanno compagnia durante le scampagnate di maggio e creano un contesto di convivialità e serenità. I romani, ad esempio, ne hanno fatto una sana abitudine. Per tradizione, il 1° di maggio le fave non devono mai mancare, né sulle tavole, né ai pic nic, e devono essere rigorosamente accompagnate dal pecorino. Ah, che bontà!