Ansia: come combatterla a tavola
Fino a diversi decenni fa era una di quelle patologie numericamente poco rilevanti; oggi è ai primi posti tra i disturbi più comuni e basta guardarsi attorno per rendersene conto. Si presenta con sintomi spesso molto diversi tra loro e, cosa ancora più grave, non sono affatto chiare le cause scatenanti. L’unica certezza è il costante aumento nella vendita di ansiolitici. Cos’è dunque effettivamente l’ansia e come, dal punto di vista della medicina naturale, può essere spiegata e curata?
Depressione e ansia sono patologie che determinano, in chi ne è colpito, una compromissione generale della vita personale, sociale e lavorativa, sono sempre di più le donne che si rivolgono a specialisti per trovare un rimedio o per indagarne i motivi. Nel corso degli anni, numerosi studi hanno tentato di fornire delle risposte che potessero spiegare il perché l’essere umano soffre di “disturbi della psiche”.
L’ultimo studio, condotto su questi disagi, ha portato alla luce una stretta correlazione tra alimentazione e disturbi dell’umore. A condurre lo studio longitudinale sono stati dei ricercatori dell’Università di Melbourne che hanno evidenziato lo stretto rapporto tra consumo di grassi e disturbi depressivi, ansiosi e malattie cardiache.Integrando le nozioni di ordine squisitamente neurologico di cui si è accennato all’inizio, dobbiamo ricordare che l’ansia va combattuta quotidianamente anche a tavola, eliminando innanzitutto le sostanze psicoattive come alcool, caffè, tabacco le quali distruggono molte sostanze nutrienti utili alla formazione dei neurotrasmettitori. Si è riscontrato infatti, nei soggetti ansiosi un’alta percentuale di adrenalina, prodotta a partire dall’aminoacido tiroxina, (questo presente negli alimenti proteici) mentre si riscontrano nei medesimi soggetti una bassa percentuale di calcio, vitamina E, serotonina.
L’adrenalina è un mediatore chimico eccitatore e se presente in quantità superiore produce anche rabbia e nervosismo. Non dobbiamo pensare che l’adrenalina debba essere tenuta bassa, infatti in tal caso causerebbe disturbi alla memoria e all’apprendimento, sfaserebbe il ritmo sonno-veglia e concorrerebbe all’instaurarsi della depressione. Il calcio oltre alle sue note funzioni sul metabolismo osseo concorre ad un’azione sedativa e quando è carente possono istaurarsi stati d’ansia con irritabilità e nervosismo. La vitamina E antiossidante per tutte le cellule del corpo, anche per il cervello possiede un effetto calmante mentre la serotonina che è il principale neurotrasmettitore del buon umore dovrà essere stimolata la sua produzione tramite frutti come banane, prugne e ananas, pomodori e melanzane. L’aumento della serotonina può avvenire anche attraverso l’introduzione di cereali integrali; ciò considerando la conversione dell’aminoacido triptofano presente nei cereali, in serotonina all’interno dell’organismo. I soggetti ansiosi tendono ad avere ipoglicemia. Ciò si traduce con uno squilibrio biochimico cerebrale a livello dell’attività elettrica e comportando aggressività irregolare, stanchezza cronica, spossatezza.
E’ stato notato inoltre come ad un basso livello di zuccheri corrispondono bassi livelli di serotonina. L’alimentazione ideale in tali casi deve orientarsi su alimenti con un indice glicemico basso in sostituzione di quelli ad alto indice per il risaputo e rapido metabolismo che essi vanno incontro, comportando un circolo vizioso di sintomi. Il complesso vitaminico B concorrono al buon funzionamento del cervello e al buon umore, in particolare la B3 viene utilizzata dall’organismo per trasformare il triptofano in serotonina. Se essa è carente si prova paura per aspetti normali della vita quotidiana, si diventa apprensivi, sospettosi e insonni. La B3 aiuta il rilassamento ed è leggermente ipnotica. L’ansia può giovarsi anche del magnesio, della vitamina C che concorre a modulare la concentrazione di adrenalina e la B12. La biochimica alimentare ben si integra con le vibrazioni energetiche della floriterapia e con il pensiero del suo scopritore, il dottor Bach, secondo cui la malattia è la manifestazione nel corpo di uno squilibrio emozionale, di un conflitto interiore.