Anni 2000: come sono cambiati uomini e donne?
Abbiamo rivoluzionato il mondo. Dagli anni Sessanta ad oggi il nostro modo di vivere, di lavorare e di relazionarci con la società è davvero stravolto. Abbiamo conquistato la nostra libertà. I nostri diritti. Ma gli uomini sono cambiati davvero? Sono riusciti ad adeguarsi al ruolo paritario che affermano di riconoscerci?
Il famoso principe vestito d’azzurro ha ormai perso il trono: la donna ha smesso di aspettare il suo salvatore e combattendo con le sue forze è diventata indipendente. Ora scrive la sua favola in prima persona scegliendo tra i suoi pretendenti i protagonisti giusti e, anche se ogni tanto ancora si perde rincorrendo l’uomo perfetto, non abbandona mai il percorso tracciato dalla sua narrazione. Come sono cambiate rispetto a prima le esigenze femminili nei rapporti di coppia nel XXI secolo? Quale influenza ha avuto su di esse il nuovo ruolo che le donne hanno conquistato nella società moderna? Ci ha risposto la sociologa Luciana d’Ambrosio Marri che descrive quello di oggi come un mondo a colori, estremamente variegato in cui non esiste più, come nel passato, un solo tipo di donna. Questo perché, durante gli anni Settanta, le donne hanno promosso e prodotto una serie di importanti trasformazioni che hanno avuto ripercussioni non solo nella società ma anche nel proprio io.
Ciò ha causato delle differenze generazionali nell’universo femminile: coloro che si sentono co-fautrici della storia del nostro paese hanno sviluppato un’identità personale per lo più basata sul fatto di essere contro qualcosa o qualcuno, mentre le venticinquenni, trentenni e quarantenni di oggi che non hanno vissuto gli stessi avvenimenti, hanno potuto costruirsi con delle solidità, delle autonomie e con un’idea di sé più autentica. Quindi le ragazze della nuova generazione, rispetto a quelle di prima, hanno una maggiore “libertà di scegliere di essere” che le ha rese ambiziose o desiderose di essere se stesse, anche a prescindere dallo stare in coppia.
Prima, continua la dott.ssa d’Ambrosio Marri, l’uomo era al centro di tutti i desideri e i media o la società imponevano un modello per cui una donna era considerata tale solo se nei fatti si realizzava attraverso il matrimonio. Adesso non è più così: le donne prendono le proprie decisioni sullo studio, sul lavoro e sul partner, lasciandosi guidare dalle passioni, cioè il primo motore per sostenere le difficoltà che si possono incontrare in ogni campo. In questo modo, molte di loro hanno potuto scegliere di essere single, andare a vivere da sole, dimostrando una grande forza che prescinde da quella che può dare la persona che si ha a fianco. Questo ha comportato delle modifiche nella società: alcune imprese iniziano ad essere più attente alla valorizzazione del lavoro femminile per permettere a tutti gli impiegati di conciliare vita personale e vita professionale, mentre nella sfera privata si stanno abbandonando i rigidi ruoli familiari che si sono affermati nel tempo, primo fra tutti quello del pater familias.
Per quanto riguarda le coppie, affinché si mantengano salde è necessario che al loro interno venga rispettato un patto di mutua reciprocità che vada incontro alle aspettative sia della donna che del suo partner. Secondo alcune ricerche infatti, a durare di più sono le relazioni in cui c’è stima reciproca, buona collaborazione e la capacità di risolvere problemi anche lasciandosi influenzare da chi si ha accanto. Quindi nel rapporto a due è fondamentale soprattutto l’interdipendenza, ossia riconoscere l’effetto compensativo che l’altro può avere su alcune cose, senza che vi sia un primo attore. In fondo dunque, come ha concluso Luciana d’Ambrosio Marri, ciò che oggi una donna vuole, ancor prima di un uomo al suo fianco, è “essere e sentirsi in modo più consapevole una persona”.